Lunga circa 500 km, percorribile in 22 tappe, la Via Domitia fu costruita dai romani tra il 122 e il 118 A.C. e per migliaia di anni ha collegato la valle del Rodano e la Spagna.
Le radici romane sono tuttora ravvisabili non solo dai nomi di molti dei centri abitati attraversati, come Arles (Arelate) e la stessa Susa (Segusium) dove ha inizio l’antico tracciato, ma anche dalla presenza in alcuni tratti della pavimentazione originaria dove ancora si possono ammirare i solchi lasciati dalle ruote metalliche dei carri in secoli di passaggi.
Nonostante sia ben segnalato con i classici segnavia bianco/rosso GR653D e cartelli, l’itinerario è scarsamente frequentato.
Per quanto riguarda la percorribilità in bici in alcuni tratti è impraticabile a causa del terreno sconnesso e salite molto ripide.
Anche se abbondante lungo tutto il percorso, non vi è un’offerta ricettiva e di ristorazione espressamente rivolta al pellegrino, e quindi i costi sono superiori rispetto ai cammini spagnoli.
La credenziale non è richiesta in quanto ad oggi la Via Domizia non è così frequentata da aver sviluppato una cultura in tal senso.