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Il Cammino di Santiago nel 2025

Il Cammino di Santiago nel 2025

Come arrivare in fondo godendosi l’esperienza

1. Introduzione – Una parabola che sembra infinita

Se nel 2004 il Cammino era soprattutto un percorso per “iniziati”, nel 2024 è diventato un fenomeno globale, con le 499.241 Compostele consegnate in un solo anno. E il primo semestre 2025 ha continuato a volare: 227.972 Compostele già rilasciate, +9% sul 2024. Tradotto: la soglia simbolica del mezzo milione di pellegrini arrivati a Santiago de Compostela in un anno non è più un’iperbole, ma un risultato più che a portata di mano. Resta da vedere se questo sia un bene o un problema, per i pellegrini e per i territori.

Eppure, il 2025 ha visto anche dei cambiamenti, introdotti direttamente dalla Cattedrale per le regole di rilascio della Compostela: niente rivoluzioni, ma regole aggiornate e più digitalizzazione. Il certificato di fine Cammino si ottiene oggi con 100 km continuativi (a piedi o a cavallo) su un unico cammino ufficiale; 200 km se in bici. La tappa finale deve essere almeno quella immediatamente precedente l’ingresso a Santiago. Se inizi fuori dalla Spagna, devi percorrere almeno 70 km in territorio spagnolo. E per chi fa solo la distanza minima: due timbri al giorno per dimostrare continuità. All’arrivo a Santiago, poi, bisogna munirsi di un QR-code e di un ticket digitale che ti aggiornano sulla coda in tempo reale, così da sapere in anticipo se riuscirai a ritirare in tempo la Compostela prima di saltare sull’aereo che ti riporterà a casa. 

2. “Sovraffollamento”: mito o realtà?

Arriviamo però al nocciolo della questione e alla domanda che tutti ormai si pongono prima di partire. Il sovraffollamento del Cammino è una realtà…ma i dati e l’esperienza diretta dimostrano che è un problema localizzato.

Gli ultimi 100 km del Cammino Francese (ovvero il tratto Sarria–Santiago) sono diventati il collo di bottiglia del sistema. Nel 2024 Sarria è stato il punto di partenza n.1 con 152.091 pellegrini: cioè 1 pellegrino su 4 è partito da Sarria. I numeri per i punti di partenza tradizionali sono stati invece molto più bassi: Saint-Jean-Pied-de-Port con 32.576 partenze e Roncisvalle  con sole 4.386. Se tutti si addensano sull’ultimo tratto e soprattutto nei mesi fra maggio e ottobre, l’effetto “corridoio affollato” è inevitabile.

La buona notizia, però, è che i 700 km fra Navarra, Rioja e Castilla y León non sono deserti, ma respirano: nel 2024 la Navarra ha segnalato un calo di oltre il 6% rispetto agli anni precedenti, mentre nel 2025 associazioni e stampa locale parlano di pernottamenti in flessione negli albergues “storici” del Cammino Francese e di una perdita di peso relativo della via classica, complice l’exploit del Cammino Portoghese e altre rotte. In sintesi: fuori dalla Galizia la folla non è (quasi) un problema, ma nel tratto finale c’è sensibilmente più densità.

A queste considerazioni si sommano la stagionalità e l’offerta organizzata: sono tantissimi i pacchetti “ultimi 100 km da Sarria in 7 giorni”, con prenotazioni e trasporto bagagli inclusi. Comodi, legittimi, ma generano picchi nelle stesse tappe e fasce orarie. 

Morale pratica: il “sovraffollamento” esiste dove (nei punti tappa classici degli ultimi 100 km) e quando (alta stagione, mattina presto) tutti fanno la stessa cosa. Fuori sincrono — stagioni intermedie, partenze lunghe, orari sfalsati — il Cammino resta largamente vivibile e ricco di fascino.

3. Servizi al pellegrino — ieri e oggi

Ma oltre alla folla, cosa si incontra oggi sul Cammino più frequentato d’Europa? Fino a quindici anni la regola era: albergues parrocchiali, donativo, niente prenotazioni, zaino sempre in spalla, lo stupore delle albe che spuntavano camminando e “il pellegrino non pretende, ringrazia”. Oggi il panorama è ibrido: accanto all’accoglienza tradizionale, una rete capillare di albergues privati, B&B, camere singole/doppie e — soprattutto — prenotazioni quasi ovunque.

La vera “svolta democratica”? Il trasporto bagagli: servizi come il Paq Mochila di Correos che ritirano al mattino e consegnano nel punto tappa, lungo quasi tutte le vie principali (Francese da Roncisvalle, Portoghese da Porto, Primitivo, del Norte, Sanabrés, Inglese, Fisterra-Muxía, Invierno…). Risultato: il Cammino è più accessibile anche a chi, per età o salute, prima rinunciava. Ma la contropartita sono le nuove ansie — non più “reggerò lo zaino?”, ma “riuscirò a prenotare?”. Una situazione che si è ulteriormente stabilizzata negli anni successivi alla pandemia da Covid-19 con il diffondersi delle app per pianificare le tappe e prenotare online.

Per i nostalgici: lo spirito dell’accoglienza non è scomparso; continua a vivere in molte strutture associative e parrocchiali lungo tutto il Francese che non accettano prenotazioni e accolgono i pellegrini con spirito di condivisione. Però, il panorama si è arricchito di molte sfumature e anche di un gran numero di bar e punti di ristoro che hanno addomesticato molto le difficoltà del percorso. Chi si mette in Cammino oggi, trova insomma un’offerta turistica matura, all’interno della quale la scelta, come sempre, è del pellegrino.

4. I trucchi per vivere bene il Cammino Francese nel 2025: l’esperienza di Alberto

Alberto Conte ha percorso nel mese di agosto del 2025 gli ultimi 300 km del Cammino Francese e ci racconta quali sono i suoi consigli da veterano.

Gli chiediamo se conservare un po’ di spirito del Cammino, sul Francese ad agosto è davvero una missione impossibile. “Non proprio” ci risponde, “però occorre seguire tre mosse semplici:

  1. Dormire “fuori” dalle tappe canoniche
    Non puntare sempre alla cittadina menzionata su tutte le guide online e negli itinerari dei tour operator. Fraziona: le località intermedie hanno più disponibilità, meno gruppi e maggiori possibilità di vivere un’esperienza più “vera” e meno standardizzata.
  2. Lasciar passare l’onda
    La maggior parte dei pellegrini inizia a camminare più o meno dalle 6:30 alle 8:30 e chiude la tappa entro pranzo. Partire un po’ più tardi (sempre con sicurezza e meteo in mente) e proseguire nel pomeriggio regala la possibilità di vivere il proprio Cammino in pace e silenzio anche in agosto.
  3. Cambiare geografia mentale
    Evita i luoghi “instagrammabili” sotto pressione. Cerca chiese minori, borghi defilati. Troverai ancora persone che dedicano tempo e passione ai viandanti per vocazione, non solo “lavoratori stagionali”.
Conclusione: trovare la propria via all’autenticità

Il Cammino Francese non è “rovinato”: è cambiato. È cresciuto (e probabilmente continuerà a crescere ancora per qualche anno), si è globalizzato, ha standard e servizi più inclusivi e più moderni. In cambio, richiede scelte e consapevolezza: quando partire, dove dormire, come scandire la giornata, quali località evitare. Con un minimo di strategia, resta profondo, personale, sostenibile — anche ad agosto, anche da Sarria. Se poi sei una pellegrina o un pellegrino che ama l’improvvisazione, ancora meglio, perché le accoglienze tradizionali, a donativo o gestiti da parrocchie, comuni e enti pubblici non accettano prenotazioni e per questo può capitare che siano semi-vuoti anche in altissima stagione. Poi, un po’ di fantasia non guasta e, se proprio hai paura della folla, oggi esistono tanti cammini ben strutturati che ci permettono di arrivare a Santiago in tutta tranquillità!

insomma, lascia le paure fuori dallo zaino e… Buen Camino!

Vuoi allenarti prima di partire per il Cammino di Santiago e farlo senza ansie?

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