Il progetto #IoNonLascioTracce è nato da un’idea semplice: qualunque attività in natura ha un impatto sull’ambiente, anche il cammino o il cicloturismo. Bisogna quindi fare il possibile perché tale impatto sia minimo.
Nella primavera del 2024 abbiamo lanciato la campagna, scrivendo un manifesto sottoscritto da numerose organizzazioni e singoli camminatori, e ci siamo attivati per divulgare buone pratiche per la sostenibilità. In particolare abbiamo cercato di dare un contributo per diminuire l’uso dell’auto attraverso l’iniziativa Walking and Cycling for Future, una raccolta di itinerari raggiungibili in treno o autobus pubblicata sul nostro sito.
Negli ultimi mesi la campagna ha fatto un ulteriore salto di qualità: l’associazione Movimento Lento, insieme a Italia che Cambia, si è aggiudicata un bando finanziato da Compagnia di San Paolo con un progetto che coinvolgerà i viandanti nella pulizia quotidiana del Cammino di Oropa. Distribuiremo sacchetti biodegradabili con QRCode, invitando camminatrici e camminatori non solo a portare a casa i propri rifiuti, ma a raccogliere l’immondizia che troveranno lungo il percorso. Non ci accontenteremo dell’impatto zero ma cercheremo di ottenere un impatto positivo almeno per quello che riguarda le tracce lasciate lungo il cammino. Una piattaforma digitale raccoglierà i dati sulla raccolta e permetterà di quantificare l’impatto concreto della pulizia condivisa. Il sistema prevede anche un meccanismo di premialità – sconti o piccoli vantaggi presso i partner che sostengono il progetto – per ringraziare chi si mette in gioco. L’idea è di trasformare un gesto semplice, alla portata di tutti, in una pratica collettiva visibile e misurabile.
Oltre al “plogging” il progetto prevede altre attività che si ispirano al concetto di benessere “one health”, secondo il quale la salute delle persone e la salute degli ecosistemi non sono due piani separati. Camminare, respirare aria pulita, fermarsi nel bosco, ascoltare il proprio corpo ha senso solo se l’ambiente è curato, vivo, in equilibrio. E allo stesso tempo, una persona che sta meglio è più disposta a prendersi cura del luogo in cui si trova.
L’estate 2025 ha visto le prime escursioni guidate con le guide de Il Richiamo del Bosco, in cui il camminare è alternato con pratiche di benessere in natura: meditazione camminata, bagno di foresta, momenti di ascolto del paesaggio. Queste esperienze saranno la base per una serie di podcast georeferenziati, collegati a punti precisi del cammino, che accompagneranno i viandanti in attività di consapevolezza e rilassamento. L’idea è che il Cammino di Oropa diventi un’infrastruttura di benessere accessibile.
Nel frattempo lo staff di Italia Che Cambia, coordinato da Daniel Tarozzi, sta realizzando un documentario dedicato al progetto e alle storie che nascono lungo il cammino. La testata giornalistica, da sempre attenta ai temi della sostenibilità ambientale e sociale, ha già raccontato più volte il Biellese come territorio di sperimentazione sociale e ambientale. Questa volta l’attenzione si concentra su come il turismo lento, la pulizia dei sentieri, il benessere in natura e l’impegno delle comunità possano intrecciarsi in un disegno comune.
Il progetto trova terreno fertile anche grazie all’esistenza di reti di operatori “slow friendly” già attive sul territorio, anche grazie al lavoro svolto da BIellezza, la fondazione che da anni sostiene la valorizzazione turistica del territorio, che sta investendo nella costruzione di un’offerta cicloturistica di qualità. Strutture ricettive, ristoranti, produttori locali, saranno parte attiva del progetto: ospiteranno i dispenser e i contenitori di rifiuti per il plogging, parteciperanno alla comunicazione, contribuiranno a costruire un ambiente accogliente per chi lo scopre a piedi o in bicicletta.
Il progetto proseguirà fino a giugno 2026, quando il Festival Il Richiamo del Bosco diventerà il momento di sintesi: restituzione dei risultati, incontri, escursioni, attività di benessere in natura aperte a residenti e viandanti, proiezione del documentario e confronto su come estendere questo modello ad altri territori.
Se l’esperimento riuscirà, il Biellese avrà dimostrato che è possibile tenere insieme tre elementi: un cammino molto frequentato, una comunità che si prende cura dei luoghi, un approccio che mette in relazione la salute delle persone con quella dei paesaggi che attraversano.


