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Come si progetta un nuovo cammino di successo?

Come si progetta un nuovo cammino di successo?

Quali sono i requisiti per creare e lanciare un nuovo cammino e dare un valore aggiunto sostenibile a un territorio? Ecco i consigli di Roberta Ferraris, esperta progettista di itinerari, autrice di numerose guide sui principali cammini italiani. 

L’esile traccia di un sentiero può cambiare il destino di un territorio. E non è un’utopia. I casi in cui un percorso escursionistico ha avuto un impatto positivo e quantificabile in termini economici per una comunità ci sono, primo fra tutti il successo della Via Francigena, che ha favorito la nascita di microimprese in località che mai avevano visto passaggio di viaggiatori. C’è poi il caso esemplare della Val Maira, in Piemonte, in provincia di Cuneo, che negli anni ‘80 era tra le valli più povere delle Alpi, ormai sul punto di essere spopolata. A trent’anni dall’avvio dei Percorsi Occitani, un anello in 14 facili tappe di media montagna, è tra le mete più popolari tra escursionisti svizzeri e tedeschi, sia in estate per camminare, sia in inverno per lo sci alpinismo.

Negli ultimi anni, con la crescente popolarità dei cammini religiosi e non, e sulla scia del successo del Cammino di Santiago, si è assistito al proliferare di percorsi. Sembra che tutti i santi del calendario siano stati degli instancabili camminatori, ma fare camminare gli italiani nel nome di San Francesco, San Benedetto, Sant’Antonio, o anche di santi meno noti come Nilo, Vili, Vicinio, è stato senza dubbio un autentico miracolo, a cui hanno concorso tutte le cerchie del paradiso.

Non bastano, tuttavia, i santi in cielo a far funzionare un percorso escursionistico o culturale, perché gli ingredienti del successo sono tutti terreni. Ecco, dunque, secondo noi, quali sono gli aspetti, oltre al percorso in sé, di cui tenere conto in fase progettuale, con qualche esempio concreto.

  • Arrivo e partenza facilmente accessibili. La presenza di collegamento ferroviario o aereo è fondamentale. Nessun percorso avrà fortuna se i punti di accesso sono remoti, difficilmente individuabili, e non raggiunti dai mezzi pubblici. Una delle ragioni del successo del Cammino Materano sta nella moderna rete ferroviaria che collega l’aeroporto di Bari con la città e con Matera.
  • Ricettività dedicata per tutte le tasche. Le esigenze basilari di chi cammina sono semplici: un posto per dormire, la possibilità di fare una doccia e di consumare un pasto caldo. Non è solo questione di costi, quello che conta è il rapporto qualità prezzo, oltre a un’offerta diversificata, per clientele con diverse esigenze: chi viaggia a piedi non necessariamente desidera farlo in modo spartano. Chi ospita – sia albergatore, gestore di ostello, ospitaliere volontario – deve essere dunque consapevole delle esigenze di chi cammina, e magari avere fatto qualche tappa del cammino su cui si trova, essere in grado di fornire informazioni e supporto logistico. Lungo il Cammino Balteo, ideato e promosso dalla Regione Valle d’Aosta, i gestori di ricettività sono per questo stati coinvolti già in fase progettuale, in modo da fare rete.  E poi un servizio che può sembrare scontato, ma non lo è: le strutture ricettive devono essere disposte ad accogliere anche per una sola notte
  • Qualità del percorso. Sembra ovvio, ma meglio ricordarlo: il percorso deve essere, per quanto possibile, bello: in ambienti naturali e rurali di pregio e panoramico. E poi deve collegare quanto di interessante, dal punto di vista storico e artistico, presenta un dato territorio, possibilmente con un tema forte. Un buon esempio è il Cammino Minerario di Santa Barbara, che mette in rete l’archeologia mineraria del Sulcis-Iglesiente. 
  • Sicurezza, segnaletica, manutenzione. Perché un percorso possa definirsi tale, deve essere poi segnato e tabellato in modo chiaro e inequivocabile, partendo dal luogo facilmente raggiungibile di cui al primo punto di quest’elenco. Deve insistere, anche in contesti antropizzati, su viabilità minore, che, oltre ai sentieri e alle vie campestri, può includere anche strade asfaltate non trafficate, con carreggiata di ridotte dimensioni. Va sempre prevista una costante manutenzione, che implica il coinvolgimento dell’ente pubblico, ma non esclude quello di volontari e della stessa rete della ricettività. 
  • Cammini per tutti. Nonostante esista un pubblico per ogni itinerario, anche per quelli più impegnativi e alpinistici (vedi la popolarità internazionale del Selvaggio Blu in Sardegna), premia sempre la facilità, con dislivelli e lunghezze non eccessive. Sicuramente il successo del Cammino del Salento o del Cammino di Oropa – ai due estremi della penisola – sta anche nel loro essere progettati alla portata di tutti.
  • Comunicare e promuovere. Tracce GPS facilmente scaricabili, un sito con notizie chiare e aggiornate sulla logistica e sulla rete della ricettività, un eventuale servizio di prenotazione (Cammino di Oropa) e trasporto bagagli centralizzato  sono gli strumenti indispensabili per lanciare una nuova meta.

Serve poi un ultimo ingrediente: la consapevolezza che cambiare le sorti di un territorio prevede sempre tempi lunghi, determinazione, tanto lavoro e soprattutto, è importante fare rete con tutte le risorse presenti e attive lungo il percorso: volontari, associazioni, amministrazioni locali, imprenditori, operatori turistici, guide. 

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